Descrizione
Gli esordi di Ugo Nespolo nel panorama artistico italiano risalgono agli anni Sessanta, alla Pop Art, ai futuri concettuali e poveristi. Mai legata in maniera assoluta a un filone, la sua produzione si caratterizza subito per un’accentuata impronta ironica, trasgressiva, per un personale senso del divertimento che rappresenterà sempre una sorta di marchio di fabbrica.Come spiega Gianluca Cuozzo, “la realtà descritta da Nespolo è ostentatamente infantile, ingenua, ancorata a dei valori che sono assolutamente puri perché sottratti allo scorrere del tempo. Da qui l’incanto della sua arte, che risuona nelle nostre esistenze come il suono melodioso di un’occasione forse perduta, ma che la sua opera fa vibrare nei colori vividi di una speranza mai spenta. In questo sogno m’immergo e vedo una realtà bella e felice.”Ugo Nespolo è nato a Mosso (Biella). Laureato in Lettere Moderne all’Università di Torino e diplomato all’Accademia Albertina di Belle Arti della stessa città. Artista versatile, opera in un ampio campo di discipline, dalla pittura al cinema, alla scultura.Nei tardi anni sessanta ha fatto parte della Galleria Schwarz di Milano che annoverava tra i suoi artisti Duchamp, Picabia, Schwitters e Arman. La sua prima mostra milanese presentata da Pierre Restany, dal titolo “Macchine e Oggetti Condizionali”, in qualche modo, rappresenta il clima e le innovazioni del gruppo che Germano Celant chiamerà Arte povera.Nel 1967 è pioniere del Cinema Sperimentale Italiano a seguito dell’incontro con Jonas Mekas, P. Adams Sitney, Andy Warhol, Yoko Ono, sulla scia del New American Cinema. A Parigi Man Ray gli dona un testo per un film che Nespolo realizzerà con il titolo Revolving Doors. Baj, Fontana, Pistoletto, Boetti e Merz sono fra gli interpreti dei suoi film, proiettati e discussi in importanti musei, tra i quali il Centre Pompidou a Parigi, la Tate Modern a Londra e la Biennale di Venezia.È una delle maggiori autorità patafisiche e fonda con Baj l’Istituto Patafisico Ticinese. Nei tardi anni sessanta con Ben Vautier dà il via a una serie di concerti Fluxus, tra questi il primo in Italia dal titolo Les Mots et les Choses.Sicuro che la figura dell’artista non possa non essere quella di un intellettuale, studia e scrive con assiduità dei fatti e delle discipline aventi a che fare con l’estetica e il sistema dell’arte.
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