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Descrizione
Il pittore Jan Massys (c. 1510-1573) si formò sotto la guida del padre Quinten, succedendogli dopo la sua morte (1530) alla guida della bottega più famosa di Anversa. La sua carriera, destinata però a un sicuro successo, venne però bruscamente interrotta nel 1544. Condannato per aver aderito alla setta dei Loysts, dovette fuggire da Anversa, rifugiandosi forse prima in Francia e poi in Italia. Solo nel 1555 poté ritornare in patria, riconquistando nel giro di pochi anni la sua leadership artistica. La sua opera è costituita esclusivamente da opere di uso privato e si caratterizza, in particolare, per la raffigurazione di figure femminili nude o seminude, eleganti e seducenti, protagoniste di soggetti biblici o mitologici. L’identificazione del committente della Venere del 1561 con la veduta di Genova (Stoccolma, Museo Nazionale) nella persona del nobile banchiere genovese Ambrogio di Negro, ha offerto la possibilità di ricostruire il contesto sociale della committenza dell’artista e i suoi rapporti con quegli intellettuali – sia genovesi che fiamminghi – che diedero vita alle vivaci accademie umanistiche di Anversa. Emerge la figura di un pittore colto e particolarmente raffinato, che condivise con i suoi committenti gli ideali della poesia neopetrarchesca ed eseguì dipinti di grande preziosità, caratterizzati da una tecnica pittorica meticolosa e sapiente.
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