Descrizione
Questo volume su Silvestro dell’Aquila, il maggiore tra gli scultori abruzzesi del Rinascimento, segue quello pubblicato da Mario Chini nel 1954. Diversi gli interrogativi ancora aperti sulla sua persona e che inducono a formulare solo ipotesi, soprattutto per le scarse notizie biografiche desumibili dai documenti. Non conosciamo le situazioni che hanno spinto il padre Giacomo, orafo di professione, a trasferirsi da Sulmona all’Aquila, dove in breve tempo è arrivato a ricoprire un ruolo importante nel governo della città. Quanto questo abbia influito per instradare Silvestro nel mestiere di scultore non è stato mai indagato e soprattutto non sono mai state avanzate ipotesi su quanto la posizione sociale del padre possa aver inciso sui contatti del giovane maestro con l’ambiente curiale romano tanto da procurargli la commissione del monumento funebre del cardinale aquilano Amico Agnifili. Un episodio questo che non rimane isolato, poiché anche per le altre sue opere si rintraccia la stessa tipologia di committenza di alto rango.
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