Descrizione
In questi due volumi sono riunite le ricerche trentennali di Ballarin su Jacopo Bassano.Fin dai primi saggi qui raccolti, appaiono chiaramente enunciate le linee guida di una rilettura della vicenda del pittore ,rilettura che appare via via sempre più rigorosa e di ambizione monografica.L’altro filone presente è rivolto alla comprensione e alla rivalutazione degli anni della tarda maturità e della vecchiaia che investono la collaborazione del maestro con la bottega.
Il pittore.
Nato a Bassano attorno al 1515 dal pittore Francesco il Vecchio e dalla sua prima moglie Lucia Pizzardini. La sua formazione si svolge prima presso il padre, un modesto artista, capostipite dei Bassano, originario di Gallio, e successivamente a Venezia nella bottega di Bonifacio de’ Pitati. Del 1535 sono le tre tele a soggetto biblico, realizzate per il Palazzo pubblico di Bassano, dove all’influenza del maestro si unisce un’attenta resa del dato naturalistico, risentendo degli influssi di Tiziano e Lorenzo Lotto. Jacopo Bassano, Ultima cena, 1546 circa, Roma, Galleria Borghese.Tra il 1535 e il 1540 si avvicina alla plasticità del Pordenone, di questo periodo sono Sansone e i filistei, oggi a Dresda e l’ Adorazione dei Magi, oggi alla Burghley House. Dagli anni quaranta si avvicina alla pittura manieristica, soprattutto quella di Francesco Salviati, tra il 1540 e il 1550 esegue: Martirio di santa Caterina oggi nel Museo Civico di Bassano, la Decollazione del Battista di Copenaghen, con figure affilate e affusolate inserite in una scena rarefatta, l’ Andata al Calvario, dove il paesaggio è ripreso dalle incisioni tedesche, la Natività di Hampton Court e il Riposo durante la fuga in Egitto di Milano. Nel 1546 sposò Elisabetta Merzari (+ 5 settembre 1601) dalla quale ebbe otto figli: Francesco Alessandro (3 gennaio 1547 – marzo 1547), Francesco Giambattista (7 gennaio 1549 – 2 luglio 1592), Giustina (27 dicembre 1551 – 22 luglio 1558), Giovanni Battista (4 marzo 1553 – 1613), Benedetta Marina (21 marzo 1555), Leandro (10 giugno 1557- 15 aprile 1622), Silvia Giustina (17 aprile 1560) e Girolamo (3 giugno 1566 – 8 novembre 1621). Francesco, Giambattista, Leandro e Girolamo seguiranno le orme paterne e diventeranno pittori. Tra il 1550 e il 1560 realizza: l’ Ultima Cena della Galleria Borghese di Roma dove riprende lo stile luministico del Tintoretto.
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