Descrizione
Questo volume propone, nei testi e nelle opere, il grande tema futurista della ricerca di una nuova umanità, mettendo al centro il motivo formale e retorico dell’antropomorfismo. In bilico tra una concezione progressista e negativa del rapporto tra l’uomo e la macchina, capace di assumere come potenza la condizione alienata della modernità, il futurismo inventò soluzioni creative che, non fermandosi nel quadro, lo oltrepassarono per creare un “organismo autonomo”, l’oggetto reale come nuova umanità.
Pubblicato in occasione dell’esposizione allestita a Napoli, al Maschio Angioino, nella prestigiosa cornice della Cappella Palatina, il volume ricostruisce i cambiamenti apportati dal movimento futurista alla vita e alla percezione dell’uomo nel mondo tecnologico, con particolare riferimento all’interazione tra l’uomo e la macchina a partire dagli anni dieci fino alla fine degli anni venti del Novecento.
Un percorso che parte dalle origini del divisionismo di Balla e Severini e, soffermandosi sull’uso della luce, approda al dinamismo pittorico e alla moltiplicazione sequenziale in Balla stesso, dando risalto al confronto tematico tra i soggetti dinamici di Carrà, Boccioni, Russolo e Dottori.
Molti gli straordinari capolavori presentati, tra i quali spiccano Ritratto di Augusta Popoff di Umberto Boccioni del 1906, preludio divisionista all’avventura internazionale del futurismo; Architettura di Antonio Sant’Elia del 1912, esempio di quell’architettura coerente con l’evoluzione urbanistica della modernità auspicata dai futuristi; Cavallo e Cavaliere di Carlo Carrà del 1915, emblema di quell’immagine dinamica volta a eliminare la legge fissa di gravità dei corpi; gli studi del 1912 sulle Compenetrazioni iridescenti di Balla, che costituiscono il primo tentativo di analisi delle strutture elementari della visione in rapporto alla pittura; Simultaneità architettonica di Enrico Prampolini del 1921 circa, che riassume l’unità d’azione tra uomo e ambiente; infine “Le arance di Sicilia” di Fortunato Depero del 1927 circa, caratterizzato da un’esplosione continua di invenzioni e fantasie che lo avvicina all’arte pubblicitaria.
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