Descrizione
Andrea Mantegna (1431-1506) è senza dubbio una delle figure più insolite e brillanti del Quattrocento italiano. Il suo lavoro, che combina inesorabilmente umanesimo e riferimenti all’antichità, ha a volte incuriosito amatori e storici dell’arte. Se il pubblico lo conosce attraverso l’eccezionale collezione di affreschi della Casa della Sposa, che ha fatto negli anni 1470, nel cuore del palazzo ducale di Mantova, il castello di San Giorgio, il resto della sua opera meritava una presentazione in cui è coinvolta l’Alberta De Nicoló Salmazo.
Mantegna trascorse la sua infanzia a Padova, una città del nord Italia attaccata a Venezia, vicino alla quale era nato. Questa città di scienziati e artisti era in un certo senso l’università della Serenissima. Gli antichi resti sono stati numerosi in città, che vantava anche la famosa Cappella degli Scrovegni decorata da Giotto, Donatello e dove risiedeva negli anni 1450. Il maestro Mantegna Squarcione, ha avuto una delle più belle collezioni di città ; così, il Mantegna si formò sotto la triplice protezione di Venezia, Firenze e l’Antichità. Va anche notato che Mantegna sposò la sorella dei pittori veneziani Gentile e Giovanni Bellini. La sua prima importante commissione fu la raccolta di affreschi nella chiesa degli Eremitani, che furono in gran parte distrutti nel 1944.
A quasi quarant’anni, si trasferì a Mantova, dove il marchese Ludovic de Gonzague lo stava aspettando con impazienza; la corte di quest’ultimo riuniva principi di lettere e artisti, condottieri e umanisti, che riservavano agli studiosi e ai pittori l’ospitalità più lusinghiera. È qui che crea tra il 1464 e il 1470 il ciclo di affreschi chiamato comunemente House of Spouses, (camera picta), destinato a decorare un pezzo destinato a scopi privati e ufficiali. Questa cronaca della vita di corte dei Gonzaga, dispiegata su tre pareti, è uno dei vertici della raffinatezza di questo primo Rinascimento italiano. Alcuni anni dopo, l’artista realizzò un decoro non meno spettacolare, ora conservato a Hampton Court, Il trionfo di Giulio Cesare, un fregio di ventisette metri su tre.
Ad eccezione di un breve viaggio a Roma, visse a Mantova fino alla morte. Realizzò molte pale d’altare, ritratti, scene religiose o mitologiche. Allo stesso tempo, ha lavorato come disegnatore e incisore, il cui catalogo ragionato alla fine del libro fornisce un resoconto rigoroso.
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