Descrizione
La figura di un grande protagonista dell’arte del Cinquecento, allievo di Tiziano e maestro di Caravaggio.Allievo a Venezia di Tiziano poco dopo la metà del Cinquecento e maestro a Milano di Caravaggio, che frequentò la sua bottega tra il 1584 e il 1588, Simone Peterzano (c. 1535 – 1599) è stato uno dei protagonisti cruciali della cultura artistica lombarda della seconda metà del XVI secolo. A questa personalità che con il suo singolare percorso professionale fece da trait d’union tra due delle massime autorità della pittura italiana del tempo, non è tuttavia mai stata dedicata una rassegna monografica in grado di ripercorrerne l’attività e di celebrarne il talento.
Questa monografia, che si accompagna all’esposizione bergamasca, intende colmare tale lacuna indagando l’arte dell’antico maestro a partire dalla sua stagione veneziana (protrattasi fino ai primi anni Settanta del Cinquecento) con il pieno inserimento di Peterzano nella cultu-ra lagunare di metà Cinquecento, ribadito anche dalle singolari scelte iconografiche adottate dal pittore in questi anni. Il definitivo rientro di Peterzano in Lombardia e il suo insediamento nella Milano spagnola porta a una svolta professionale con conseguenze rilevanti nel percorso dell’artista, che nel giro di pochi anni si impose, accanto ai fratelli cre-monesi Antonio e Vincenzo Campi e al più giovane Giovanni Ambrogio Figino, come il pittore prediletto dalla committenza ecclesiastica della diocesi milanese, guidata dall’arcivescovo Carlo Borromeo.
Già a partire dai secondi anni Settanta del Cinquecento, il linguaggio di Simone vira infatti verso un colorismo più contenuto e una maggiore asciuttezza realistica, adatti a interpretare le esigenze della committenza religiosa post-tridentina.Queste nuove istanze si accompagnano a un recupero della tradi-zione del naturalismo bresciano e bergamasco della prima metà del Cinquecento, e in particolare dei modelli di Moretto e di Savoldo. In quest’ottica appare denso di conseguenze l’ingresso nella bottega del pittore, circa nel 1584, del giovanissimo Caravaggio, all’epoca non ancora tredicenne, per il quale il rapporto di discepolato dovette rap-presentare un passaggio nodale nella sua formazione, l’occasione di un approfondimento delle esperienze naturalistiche e luministiche del Cinquecento lombardo, fondamentale riferimento stilistico e culturale di tutta la sua prima attività.
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