Descrizione
Questa è la prima monografia in inglese pubblicata sulla fortunata artista bolognese del diciassettesimo secolo Elisabetta Sirani (1638-1665). Modesti presenta Sirani come “soggetto del suo stesso genere”, sottolineando le qualità innovative del pittore, non solo in termini artistici, ma anche da una prospettiva socio-politica e storica. La discussione dell’autore sul contesto materiale della produzione artistica femminile e del mondo culturale bolognese del XVII secolo evidenzia come Sirani incarni un nuovo modello di “femminilità” e un nuovo genere sociale emergente: la singola donna professionista. Essendo stato giustamente ammesso a un mondo artistico, sociale e culturale storicamente dominato dagli uomini, Sirani era una donna non sposata che ha scelto una carriera produttiva e gratificante rispetto al ruolo tradizionale di moglie e madre. Un ‘artista ultramoderno’,
Essere donna non era un ostacolo per Sirani, ma piuttosto un elemento positivo: proiettando la propria immagine e identità sulle femme fort della storia antica e invitando ospiti importanti nel suo studio per osservare la sua pittura, organizzò la propria “mostra pubblica”, diventando così sia il soggetto che l’oggetto della propria arte. Modesti sottolinea l’importante ruolo di Sirani nella professionalizzazione della produzione culturale e della pratica artistica delle donne italiane all’inizio dell’era moderna e sottolinea il ruolo di Sirani come esempio per le successive generazioni di donne artiste professioniste.
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