Descrizione
A bon droyt’ è il motto che figura sui cartigli che legano tra loro, in fasci, i semi di spade e di bastoni nei mazzi dei arocchi eseguiti a metà del Quattrocento da Bonifacio Bembo per la corte milanese dei Visconti.Proprio alla storia e al significato di questa antichissima arma è dedicata l’esposizione ospitata al Museo Archeologico Regionale di Aosta, accompagnata da questo volume.In mostra oltre settanta esemplari – veri capolavori di arte plastica e orafa dal sesto secolo al Rinascimento – che, presentati secondo un principio rigorosamente cronologico, illustrano i mutamenti tecnici e formali che esse hanno avuto nel corso dei secoli, affiancate da dipinti, sculture e altri oggetti coevi che le contestualizzano, chiarendone funzione e significato.
Nel catalogo, l’accurata presentazione dei pezzi è accompagnata dai saggi di Mario Scalini, curatore dell’esposizione, Carlo Citter e David Alexander, che approfondiscono gli aspetti storici e simbolici connessi a questo strumento: emblema di equità e giustizia con l’instaurazione del Sacro Romano Impero, la spada ha infatti rafforzato la sua valenza allusiva col diffondersi dell’etica cavalleresca cristiana, divenendo via via distintivo di nobiltà d’animo e segno di potere per papi, cardinali, vescovi e abati, oltre che imperatori, sovrani e nobili di nascita.In appendice, un repertorio sull’iconografia dei santi guerrieri e una bibliografia aggiornata. Mario Scalini docente di Storia dell’Arte medievale presso l’Università di Siena, è attualmente direttore della Galleria di Palazzo Mozzi-Bardini di Firenze e del Museo storico della caccia e del territorio di Cerreto Guidi (Fi).
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