Descrizione
Questo volume si snoda, per campionature, su un doppio binario, percorre una doppia strada all’interno della variegata opera di Alighiero e Boetti. La strada maestra del ricamo e quella altrettanto importante, parallela e quasi speculare della biro. “Quel che la biro rappresenta (rappresentava) per un occidentale, per un afghano è il ricamo, che come una memoria sovraindividuale reca in sé parti della biografia collettiva” ha scritto Jean Christophe Amman, sottile interprete del lavoro di Alighiero Boetti.
Si tratta di un concetto che Boetti aveva espresso più volte, ma che Amman mette a fuoco nell’aspetto principale: l’essere ambedue espressioni di memoria collettiva, media attraverso cui un’intera comunità parla. L’aspetto dell’anonimato era fondamentale per l’operazione di Alighiero. È il concetto che rende possibile il suo ruolo di regista, di centrale creativa, sulla base del principio di delega alla manualità altrui. Le mani che intessono gli umili fili di cotone colorato e che vergano i tratti della più povera delle penne infondono all’opera energie che vanno a moltiplicare in modo esponenziale l’energia dell’artista che viene restituita a tutti noi liberandosi nel tempo. I due percorsi iniziano negli stessi anni, hanno una lunga durata e rappresentano al meglio il rapporto dialettico tra il sé e l’altro, la ricerca di un linguaggio standard e comune e il radicale attacco sferrato da Boetti al cuore del principio di autorialità. Percorrere queste due strade parallele corrisponde a un confronto transculturale, tra due linguaggi e due storie diverse.
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