Descrizione
La monografia di Nicola Spinosa su Aniello Falcone (Napoli, 1607-1656) documenta le tante affollate ‘battaglie’ con e senza eroi e le più rare composizioni a fresco, su tela o su rame realizzate dal pittore muovendo dalla diretta conoscenza dei ‘bamboccianti’ e, probabilmente, delle tele per le raccolte reali spagnole del giovane Velázquez a Roma. Ma non solo. Lo studio evidenzia anche l’attenzione del partenopeo per l’opera del Cavalier d’Arpino e di Filippo Napoletano, nonché la sua dipendenza dagli esempi in chiave naturalista e caravaggesca di Jusepe de Ribera tra Roma e Napoli. Con Falcone trovano inoltre spazio adeguato in questa pubblicazione quanti operarono nei suoi stessi anni di attività e con i quali egli ebbe spesso rapporti diretti e frequenti, così come quegli artisti che ne condivisero, almeno in parte e per qualche tempo, scelte tematiche e orientamenti stilistici, quali Agostino Beltrano, Carlo Coppola, Andrea de Lione, Domenico Gargiulo, Marzio Masturzo, Salvator Rosa e Giuseppe Trombatore.
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