Descrizione
Una nuova esplorazione dei fili di continuità, rivalità e indebitamento consapevole che collegano l’innovatore barocco al suo paragone rinascimentaleGianlorenzo Bernini (1598–1680), come tutti gli artisti ambiziosi, imitava eminenti predecessori. Ciò che lo distingue fu la sua attenzione per tutta la vita e sfaccettata su Michelangelo Buonarroti, il maestro dell’era precedente. Il Michelangelo di Bernini è il primo esame completo della persistente e ampia imitazione del canone di Michelangelo (la sua arte e le sue regole). I resoconti prevalenti sostengono che l’esempio pervasivo, ma controverso, di Michelangelo fu superato ai tempi del Bernini, quando fu respinto come un modello vantaggioso per artisti intraprendenti. Carolina Mangone riconsidera questo punto di vista, dimostrando come l’innovatore barocco abbia formulato il suo lavoro emulando la sua opera di divisione del suo antenato rinascimentale. Tale imitazione gli valse il soprannome di “Michelangelo della sua età”.Indagando sull’imitatio Buonarroti di Bernini nella sua straordinaria portata e varietà, questo libro identifica i principi che pervadono la sua produzione nell’arco di sette decenni nella Roma papale. Un’attenta analisi di sculture religiose, monumenti tombali, ornamenti architettonici e il design del Nuovo San Pietro rivela come il Bernini abbia avvicinato l’arte di Michelangelo come un repertorio sorprendentemente flessibile di precetti e forme che ha riconciliato – qui con audace licenza, lì con moderazione creativa – con il imperativi estetici, sacri e teorici della sua epoca. Posizionando l’imitazione del Bernini nel dialogo con quello di altri artisti, nonché con gli scritti contemporanei sull’arte di Michelangelo, Mangone riposiziona il maestro del Rinascimento nelle preoccupazioni artistiche del barocco, dal periferico al cardine. Senza Michelangelo, non esisteva il Bernini.
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