Descrizione
La monografia, curata da Bruno Corà e pubblicata in occasione di Art Basel 2018, presenta la genesi, l’analisi critica e il resoconto della storia espositiva delle Combustioni Plastiche di Alberto Burri. Questo ciclo di opere costituisce una tipologia estremamente articolata nel corso di un quarto di secolo (dal primo utilizzo della plastica nel Sacco 5P del 1953, fino all’intervento di combustione circolare nel ciclo Il Viaggio del 1979), e comprende formati di pochi centimetri fino agli interventi di più ampie dimensioni in edifici sacri (come nel Coro della Chiesa di Sion in Svizzera), o nelle scenografie teatrali nel corso degli anni settanta. Le foto storiche di Claudio Amendola e Ugo Mulas, articoli di giornale e saggi critici forniscono una profonda analisi di questa straordinaria produzione artistica.
Laureatosi in medicina nel 1940, Alberto Burri viene catturato dagli Alleati in Tunisia, dove presta servizio come ufficiale medico. Durante la sua prigionia inizia la sua pratica artistica, che lo porterà all’abbandono totale della professione. Affascinato dalle sperimentazioni polimateriche di Enrico Prampolini e dalle ricerche dell’Art Brut di Jean Dubuffet, decide di rivolgere la sua attenzione all’uso di tecniche e materiali nuovi, esorcizzando la materia e analizzando l’aspetto materico dei pigmenti, tradotti in una corposa pittura a smalto che lentamente sostituisce l’olio. Dopo la tela, Burri non esita a sfidare stilisticamente i prodotti artificiali e senz’anima dell’industria contemporanea come il legno, il ferro, materiali naturali e d’uso immemorabile, plastica, resina, cellotex, oggi diventati il nostro ambiente quotidiano. La sua opera è una continua lotta contro i dettami del passato, in favore di un’arte che faccia tabula rasa delle involuzioni manieristiche dell’astrattismo.
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