Descrizione
Il 20 febbraio 1909, accompagnato da un clamore internazionale, usciva su “Le Figaro”, a Parigi, il manifesto di fondazione del Futurismo, stilato da F.T Marinetti, poeta, letterato e geniale comunicatore.
Con quello scritto programmatico Marinetti inaugurava una modalità di comunicazione dirompente e inedita per la cultura, poiché i manifesti futuristi sarebbero poi stati distribuiti con mezzi “popolari” come volantini stampati in centinaia di migliaia di copie, oppure pubblicati su organi d’informazione non specialistici, o declamati nelle affollatissime serate futuriste, aperte a tutti.
D’allora in poi il Futurismo avrebbe adottato questa pratica comunicativa per ognuno dei molti ambiti in cui si avventurò – poesia, pittura, scultura, architettura, danza, teatro, arti decorative, grafica, pubblicità e molto altro –, ridisegnando l’intero orizzonte umano.
E poiché in ognuno di quegli scritti si proclamavano le basi teoriche cui attenersi nella pratica artistica, per comporre questo volume che accompagna l’esposizione pisana ci si è affidati ai manifesti stesi dagli artisti visivi – da Boccioni, Carrà, Russolo, Balla, Severini, a Depero, Prampolini e agli aeropittori degli anni trenta – selezionando le opere che meglio e più puntualmente illustrano i princìpi teorici esposti in ognuno.
Grazie ai prestiti di importanti musei e collezionisti privati che hanno permesso di raccogliere opere e documenti fondamentali dei grandi protagonisti del movimento, il volume illustra attraverso oltre centodieci opere i diversi campi delle arti visive in cui il Futurismo ha operato – dalla pittura, scultura e architettura alle Parole in libertà, all’arte applicata degli oggetti d’uso, fino alla pubblicità – nel suo sogno di fondere l’arte e la vita.
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