Descrizione
Il forte legame esistente nel Seicento tra la pittura italiana e gli artisti nord europei è stato evidente agli studiosi, fin dal principio del XX secolo, soprattutto per quanto riguarda le invenzioni luminose. In particolare sono da sempre risultate attraenti le declinazioni della luce caravaggesca da parte dei pittori europei del XVII secolo, specialmente spagnoli e olandesi.
Il principio della luce, inteso come elemento unificante della composizione, rappresenta infatti il tratto caratteristico dell’arte del pittore francese la cui ricerca è stata sempre messa a confronto, nella storiografia critica e nella percezione del grande pubblico, con l’arte di Caravaggio, con il quale Georges de La Tour condivide inoltre la predilezione per soggetti umili e corpi imperfetti.
Nato nel 1593 a Vic-sur-Seille, nella Lorena francofona, de La Tour fu da subito un osservatore raffinatissimo della natura e della vita quotidiana, come testimoniano le opere giovanili, che lo collocano a fianco dei protagonisti del naturalismo seicentesco. Determinante per la sua educazione artistica, fu poi la conoscenza della pittura di Caravaggio.
Ancora si discute se tale incontro sia avvenuto tramite un viaggio in Italia oppure attraverso la visione dei lavori dei caravaggisti olandesi di Utrecht; di certo per la sua grande capacità nel controllare le fonti di luce Georges de La Tour è stato uno dei più originali prosecutori della scuola caravaggesca, nonché caso esemplare di quel diffondersi di una comune sensibilità pittorica nell’Europa del Seicento su cui si concentra l’esposizione milanese.
Pubblicato a corredo della straordinaria esposizione milanese e dedicato al pittore lorenese e ai maestri a lui contemporanei, il volume propone una serie di confronti e di riflessioni sulla pittura dal naturale e sulle sperimentazioni luministiche che ne accompagnarono la diffusione in Europa.
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