Descrizione
Germaine Richier, la prima donna ad esporre nel 1956 al Museo d’Arte Moderna di Parigi, è una figura notevole della scultura moderna, con opere presenti nei musei più prestigiosi del mondo, come il Centre Pompidou, il MoMA o la Tate Moderno. La sua arte, potente e visionaria, si distingue per un profondo desiderio di esplorare l’essenza umana e per la costante ricerca di una rappresentazione autentica dell’uomo, che lo accomuna a quella dell’amico Alberto Giacometti. La Seconda Guerra Mondiale colpì in quegli anni il mondo artistico e intellettuale della Parigi; Germaine Richier trascorse gli anni del conflitto in Svizzera, insieme al marito, lo scultore Otto Charles Bänninger. Questo doloroso esilio costituirà una svolta essenziale nella sua opera. Lei, formata alla dura scuola del busto da Antoine Bourdelle, esce dai sentieri battuti. Elementi naturali, rami di alberi o insetti, provenienti dalla sua nativa Provenza, si fondono poi nelle sue creazioni: inventa quelli che i critici chiameranno “esseri ibridi”. Nel 1946 torna definitivamente a Parigi. Con assoluta libertà creativa, utilizza nuovi materiali, modella e amplia lo spazio con fili. Le sue sculture incarnano rappresentazioni nuove e audaci dell’Uomo e della Donna e impongono nuove visioni della condizione umana. La scultrice viene immortalata nel suo laboratorio dall’amico fotografo Brassaï, circondata dai suoi personaggi: l’Uomo della foresta, il Ragno, la Mantide e la Cicala convivono con l’Orco, il Diabolo, la Foglia e Don Chisciotte. Queste creazioni, maiuscole o minuscole, frutto di una fervente fantasia e di una ricerca costante, popolano il suo universo artistico, dove la forma umana si trasforma, arricchendosi di mistero e colore, elemento che Germaine Richier introduce nelle sue opere negli ultimi anni di la sua vita, interrotta troppo presto nel 1959. La sua scultura è un mondo in continua evoluzione, un luogo dove la figura non scompare mai, ma si reinventa, muta, sfugge a ogni classificazione. Germaine Richier è una grande artista senza tempo, le cui opere non smettono mai di mettere in discussione il mondo che ci circonda.
Quest’opera è accompagnata da un libretto che elenca 687 mostre e più di 4.000 riferimenti bibliografici.
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