Descrizione
Ha due occhi azzurri, e vivi, che di rado fissano, ed una bocca che quasi sempre è ridente. È grande di statura, e proporzionatamente complesso. È sano ancora, e robusto, se non se, che qualche fiata, (ma di rado, la Dio mercè) patisse dolori di calcoli. Com’egli veste in casa senza soggezione fa quasi il medesimo fuori di casa, ma chi vede con che modo il fa s’avvisa, che ne avarizia, ne inopia è di ciò cagione, ma certa franchezza, e libertà, che noi lascia alla costumanza molto aver riguardo.
A questo corrisponde ancora il parlare, che mai non intoppa in cerimonie, e schietto esprime, e senza metafore, le cose, onde non lascia alcuno giammai dubbioso di ciò, che abbia detto”. Così di Giuseppe Maria Crespi scriveva il biografo Gian Pietro Zanotti (1739).
Protagonista della scena artistica italiana del primo Settecento, Crespi ha lasciato due volte affrescate a Bologna e un ricco catalogo di dipinti oggi sparsi nelle più varie raccolte del mondo, testimoni del suo successo. Sotto silenzio sono passati invece sino ad ora i suoi rari disegni a sanguigna, spesso confusi e mal compresi, qui radunati per la prima volta accanto ai dipinti e alle stampe per cui furono pensati e realizzati con quella “pittoresca libertà, che aggiugne un non so che all’opere sue, che affascina, e diletta”.
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