Descrizione
Le novità angioine e una nuova generazione di portali; I portali di Lanciano; Rogerius de Fragenis e i portali di Vasto; I portali della cattedrale di Atri; La “scuola atriana”; La Marsica e il classicismo; I portali aquilani della prima metà del Trecento; Nicola Mancino; I portali sulmonesi; Francesco Perrini; La cattedrale di Teramo; I portali mendicanti; Opere minori entro la prima metà del Trecento; I portali aquilani alla metà del Trecento; Opere minori della seconda metà del Trecento; Le tombe; Gli edifici pubblici; Sulmona alla fine del Trecento; Il passaggio al nuovo secolo; Gualterius de Alemania; L’Ospedale della Santissima Annunziata a Sulmona; Matteo Capro da Napoli e Megolo da Penne; Maestranze, ordini mendicanti e portali; Nicola da Guardiagrele scultore; I portali di Santa Maria di Collemaggio a L’Aquila; La tomba Camponeschi nella Chiesa di San Biagio a L’Aquila; Gli arredi liturgici; I rosoni marsicani; La scultura architettonica nell’edilizia civile; Diffusione e mutazione del modello aquilano: i portali; I portali di Leonessa; Il portale di Santa Maria Maggiore a Caramanico; Gli scultori lombardi; La scultura figurativa; I segni del cambiamento; Note; Bibliografia; Indice dei luoghi e delle opere.
“Nel 1274 la fondazione, da parte di Carlo d’Angiò, della abbazia cistercense di Santa Maria della Vittoria, nei pressi di Scurcola Marsicana, per celebrare la vittoria conseguita in quei luoghi, nel 1268, su Corradino di Svevia, rappresentò, per quella parte d’Abruzzo, un fatto rivoluzionario. La guida dei lavori fu affidata a sovrintendenti francesi e sul cantiere furono presenti anche monaci provenienti dall’abbazia di Royaumont”.
Lo studioso Francesco Gandolfo, già molto noto per i suoi studi puntuali sulla scultura medievale in Abruzzo, ripercorre qui la storia, anche minuta, delle emergenze artistiche del territorio abruzzese con le chiese, i palazzi, le fontane e i monumenti religiosi e civili arrivati fino a noi. Oltre duecento anni di architettura e di scultura lapidea esaminata minuziosamente e documentata in oltre trecento immagini, per molta parte inedite, che l’autore ha personalmente selezionato nel corso dei suoi lunghi studi in loco.
Il volume si presenta, nel suo grande formato, con oltre 800 immagini, ricco e gradevole pur preservando la sua grande matrice scientifica.
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