Descrizione
A differenza del lavoro dei suoi contemporanei Rubens e Caravaggio, che dipingevano su grande scala, i dipinti minuscoli e ricchi di dettagli del pittore fiammingo del XVII secolo Jan Brueghel prendevano posto non nelle gallerie ma tra gli oggetti toccabili. Questo primo studio della lunghezza di un libro del suo lavoro indaga su come spettatori colti apprezzassero l’esperienza di opere d’arte raffinate e miniaturizzate nell’Europa barocca e come, al contrario, l’estetica distintiva di Brueghel stabilisse uno standard – e una tecnica – per la produzione di immagini popolari poco costose.È stato facile per gli storici dell’arte trascurare il lavoro di Jan Brueghel, il figlio di Pieter. Eppure le stesse qualità di piccolezza e intimità che lo hanno emarginato tra gli storici hanno reso il giovane Brueghel una figura centrale nel mondo dell’arte del Seicento. La ponderata esplorazione di Elizabeth Honig rivela come le sue opere, che erano portatili, mobili e intime, mettessero in discussione le concezioni di distanza, dimensione e stile. Honig propone una forma alternativa di visualità che ci permette di rivalutare come le immagini sono state vissute nell’Europa del diciassettesimo secolo, come funzionavano, come e cosa comunicavano.Un esame monumentale di un artista straordinario, Jan Brueghel e i sensi della scala riconsidera i dipinti di Brueghel e li riporta al loro giusto posto nella storia.
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