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Descrizione
Pittore “Antiquario”
La monografia dedicata a Jean Lemaire ricostruisce il catalogo ragionato dei dipinti dell’artista, francese di origine ma romano di adozione. Lemaire, tra i pochi collaboratori di Nicolas Poussin, fu studioso instancabile del mondo classico, del quale subì profondamente il fascino al pari di intere generazioni di artisti sin dal primo Rinascimento. Tuttavia, differentemente dal precedente approccio allo studio dell’antico, Lemaire, insieme al contemporaneo Giovanni Ghisolfi, fu tra i primi a cedere al gusto per i frammenti architettonici e le rovine dell’antichità fedelmente riprodotte nelle sue opere, elementi che saranno più tardi oggetto di interesse di alcuni tra i massimi esponenti della pittura romana, come Locatelli e Panini. Il volume, infatti, contribuisce in maniera determinante a individuare con precisione le fonti archeologiche citate dall’artista. Tale peculiare attitudine allo studio dei reperti e delle fonti fu tanto sviluppata dal francese da collocarlo all’origine della cosiddetta “nuova archeologia”: egli, infatti, fu protagonista di punta tra quegli artisti che con orgoglio usarono definirsi “pittori antiquari”.
Il volume, inoltre, approfondisce il valore del classicismo, le qualità peculiari del genere della veduta, il rapporto con i mecenati e i collezionisti, i soggetti prediletti dagli artisti ivi esaminati. Sono infine catalogati circa cento dipinti e una dozzina di disegni autografi, mentre sono circa trenta le opere la cui tradizionale assegnazione al pittore è stata respinta da Fagiolo Dell’Arco. Completa l’opera un regesto biografico e documentario.
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