Descrizione
Abbiamo dimostrato che RBC non è un marchio di Rometti e che tutte le varianti del marchio provengono dalla stessa manifattura. Confrontando pezzi marcati RBC con pezzi marcati Ezio Nesti, abbiamo fornito argomenti sufficienti a sostenere che la manifattura che usava (tra gli anni Venti e Trenta) il marchio RBC proveniva dallo stesso territorio di Nesti. Da qui l’ipotesi che la manifattura misteriosa fosse la più importante fra le manifatture sangiovannesi, cioè la R. Bini e fratelli Carmignani, di cui RBC sarebbe una naturale sigla. Il fortunato ritrovamento di una ceramica con marchio doppio e di un album di modelli e spolveri con un timbro della R. Bini e fratelli Carmignani e due decori di vasi RBC noti, ci ha alla fine fornito la prova documentale. Abbiamo inoltre portato elementi che suggeriscono come anche le ceramiche marcate A siano da attribuire alla stessa manifattura. Tutti i pezzi in stile Albisola-1925 che conosciamo sono databili tra il 1924 e il 1935, con la grande maggioranza dei pezzi databili tra il 1929 e il 1930. Per i pezzi in stile Rometti, possiamo attribuire agli anni tra il 1932 e 1933 i pezzi più belli (quelli con le fasce sfumate e quello a fondo bianco).La produzione di vasi a fasce è continuata, probabilmente fino alla fine degli anni Trenta, con manufatti di qualità inferiore, prodotti insieme ad altri tipi di ceramiche novecento. Possiamo associare a questa sequenza temporale i tre marchi. Il marchio 1 con le tre lettere in fila (usato in quasi tutti i pezzi in stile Albisola-1925, nel servizio da bambola, nella coppetta con decoro futurista, nel vasetto tipo B.M.C., nei vasi graffiti e in due vasi in stile Rometti) è il primo ed è stato probabilmente usato fino al 1932 (e in una sola ceramica del 1935). A partire dalla fine del 1931 viene usato anche, per poco tempo, il marchio 2 con il triangolo: il vaso con il marchio doppio è uno dei più antichi tra i vasi a fasce; lo stesso marchio si ritrova su alcuni vasi a fasce databili ai primi anni Trenta, su un vaso in stile Albisola-1925 e sulla caffettiera con decoro astratto. L’ultimo marchio, quello con i punti, usato a partire dal 1933, caratterizza qualche vaso a fasce di qualità (per esempio, il Viandante), il vaso con i triangoli e tutti i vasi a fasce più tardi. Se confrontiamo i pezzi in stile Rometti di Bini e Carmignani prodotti fino al 1933 con i pezzi originali, dobbiamo concludere che l’impresa toscana perde il confronto con onore (e questo giustificherebbe l’attribuzione del marchio a Rometti): infatti, le forme delle ceramiche sono semplici, eleganti, quasi mai banali; il decoro a fasce è sempre realizzato con perizia e buon gusto, con l’utilizzazione di varie tecniche di sfumatura originali; i disegni graffiti sono ottimi dal punto di vista tecnico, talvolta sono anche belli, anche se mancano dell’ispirazione che a Cagli e Baldelli veniva dalla loro cultura e dalla loro natura di grandi artisti. Se poi teniamo conto dell’ottima qualità di alcune ceramiche in stile Albisola-1925, dei tre bei vasi graffiti nello stile di Montelupo e dei bellissimi disegni, dobbiamo assegnare a Bini e Carmignani un posto in prima fila nella ceramica toscana degli anni Venti e Trenta. La ceramica toscana aveva in quel periodo poche eccellenze, ma contava su una vasta rete di manifatture, forse non originali, ma capaci, come Bini e Carmignani, di recepire le istanze moderniste, producendo ceramiche “di miscelazione” talvolta di qualità eccellente.
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