Descrizione
Pevsner lo definisce “meraviglioso”. Eppure la pala d’altare della cappella quattrocentesca dell’All Souls College di Oxford, con la sua combinazione di nicchie medievali e statue di George Gilbert Scott, è rimasta una delle glorie non celebrate sia dell’architettura perpendicolare medievale che del restauro vittoriano. Basato su recenti indagini scientifiche sulla sua muratura in pietra e sulla sua policromia medievale sopravvissuta, questo volume traccia per la prima volta l’intera storia della pala d’altare nel suo contesto architettonico e religioso – dalle fasi della sua costruzione medievale e dei primi Tudor, attraverso il suo rivestimento con un susseguirsi di schemi decorativi barocchi e neoclassici, fino alla sua scoperta e restauro negli anni ’70 dell’Ottocento.Questo splendido libro, in cinque sezioni – Probing, Making, Breaking, Covering e Restoring – presenta per la prima volta la storia completa della pala d’altare della cappella quattrocentesca dell’All Souls College di Oxford, e fornisce un punto di vista inedito e rivelatore. sulla storia artistica, culturale ed ecclesiologica della Gran Bretagna attraverso quattro secoli. La raccolta si apre con un’indagine dell’editore, Peregrine Horden, sulla cappella nel suo insieme e sulla sua storia architettonica e decorativa. ‘Probing’ presenta le nuove scoperte scientifiche: integrando le prove documentarie disponibili, Tim Palmer e Ruth Shaffrey identificano la pietra della pala d’altare e mostrano da quali cave proviene; Emily Howe dimostra la notevole estensione, il costo originale e la varietà della policromia medievale sopravvissuta, aggiunta alle nicchie attorno alla statuaria originale solo una volta che le figure erano in posizione. In ‘Making’ Eamon Duffy espone il contesto religioso della pala d’altare nei culti, nelle pratiche e nelle credenze, nuove e antiche, del XV secolo. Christopher Wilson offre una lettura radicalmente nuova delle prove, visive e d’archivio, per proporre che le nicchie della pala d’altare che vediamo non fossero medievali ma dei primi Tudor: non il fondatore, l’arcivescovo Chichele, originale, ma un sostituto più opulento e più ampio finanziato da beneficenze nei decenni intorno al 1500. In ‘Breaking’ Diarmaid MacCulloch ha una visione ampia dell’iconofobia e dell’iconoclastia della Riforma. Peregrine Horden descrive in dettaglio il modo in cui le statue medievali o Tudor furono rimosse durante gli sconvolgimenti religiosi del regno di Edoardo VI. In ‘Covering’ il volume passa in rassegna i vari schemi decorativi della fine del Seicento e del Settecento, nell’ambito dei quali furono coperte le nicchie della pala d’altare vandalizzate, prima da quell’ormai oscuro protagonista locale del barocco inglese, Isaac Fuller (nel capitolo di Michael Liversidge), poi dal grande murale dell’apoteosi del fondatore di James Thornhill (Richard Johns), infine dall’audace commissione di una pala d’altare al famoso artista neoclassico Anton Raphael Mengs (Robin Darwall-Smith). La sezione finale, “Restoring”, è dedicata alla politica universitaria degli anni ’70 dell’Ottocento, ai più ampi dibattiti ecclesiologici che circondano la rimozione di Thornhill e Mengs e all’attento restauro da parte di Scott delle nicchie della pala d’altare con l’aggiunta di decorazioni quasi medievali. scultura (SJD Green e Michael Hall).
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