Descrizione
I due volumi sulla scultura affrontano da diversi osservatori metodologici argomenti di scultura meridionale dal Quattrocento al Settecento. L’apertura del primo volume è affidata al saggio di Francesco Negri Arnoldi che propone un bilancio storiografico sulla scultura del Rinascimento a partire dalla memorabile mostra tenuta a Napoli nel 1950 curata da Raffaello Causa e Ferdinando Bologna che con i loro interventi hanno indicato la strada per il progresso degli studi. In tale solco si immettono gli approfondimenti su Francesco Laurana in Provenza dopo aver partecipato alla prima fase dei lavori dell’Arco di Alfonso d’Aragona a Napoli. Nelle oltre ottocento pagine, dove si avvicendano i nomi dei maggiori specialisti del settore degli ultimi trent’anni, vengono proposte novità per scultori noti come Girolamo Santacroce, Giovanni da Nola, Pietro Bernini, ma al tempo stesso troviamo saggi che danno voce a personalità altrimenti sconosciute come gli autori dei busti reliquiari in legno scolpito, dipinto e dorato; un genere molto in voga nel primo Seicento richiesto da chiese e conventi di tutta l’Italia meridionale, compresa la Sardegna fortemente rappresentata nel primo volume con un ricco apparato iconografico. La varietà dei temi proposti permette di dispiegare raffinate letture filologiche che si affiancano a studi di carattere iconografico dei motivi e dei repertori. I contributi del versante spagnolo tracciano un itinerario di viaggi di opere e di uomini specie tra Seicento e Settecento con l’attività di Nicola Fumo, Giacomo Colombo celebrati dai vicerè spagnoli che richiedevano statue da spedire in patria. L’omogeneità dei prodotti artistici stabilisce collegamenti tra Madrid, Cagliari, Napoli, le zone interne del Molise e l’ultimo lembo di terra della Puglia. Particolare attenzione viene inoltre data al funzionamento delle botteghe specializzate in sculture a carattere devozionale che rendevano particolarmente vivace il mercato della domanda e dell’offerta. Non mancano i contributi sui problemi del restauro e della conservazione. Infine, in appendice compaiono due brevi saggi, tradotti per la prima volta in italiano, di HeinrichWolfflin(1864-1945) – tra i padri fondatori della storia dell’arte in Europa- su come si devono fotografare le sculture. L’importanza risiede, tra l’altro, nel loro valore di documento storico e di riflessione critica
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