Descrizione
Rendere chiari contenuti astratti e complessi, soprattutto attraverso sculture “ingombranti” ed espansive, è stata una sfida speciale che ha stimolato gli artisti a soluzioni creative e prestazioni al top. La gamma si estende dalle semplici rappresentazioni delle virtù alle commoventi composizioni a più figure che raffigurano intere linee di pensiero. Allo stesso modo, l’allegoria scultorea individuale oscilla tra il suo ruolo di portatore di significato in complessi di opere più grandi e il suo effetto di oggetto estetico autonomo.Il focus del libro è Roma come centro d’arte barocca di richiamo internazionale. La scultura viene esaminata in un contesto sacro: opere sepolcrali, in particolare personificazioni di virtù nell’ambito dei monumenti funerari, nonché arredi di cappelle e chiese, cioè personificazioni come parte di concetti di spazio trasversale e di strutturazione dello spazio. L’attenzione si concentra sugli anni tra il 1650 e il 1750. Sono evidenziate le singole aree tematiche. Opere particolarmente caratteristiche e di tendenza sono l’ispirazione per gli sviluppi fondamentali dell’epoca. Si ripercorrono sia i cambiamenti nelle strategie di visualizzazione che nelle esigenze poste alle immagini allegoriche fino alla tanto invocata crisi dell’allegoria nel XVIII secolo. Anche la teologia barocca delle virtù costituisce temi centrali, soprattutto per quanto riguarda il processo di confessionalizzazione, le questioni relative all’immagine e il suo rapporto con gli altri generi dell’arte simbolica. Il punto di vista degli artisti e dei clienti è al centro delle domande sulla scelta dei materiali e sul design specifico.Al termine dello studio rivolgiamo la nostra attenzione agli sviluppi fuori Roma: a Napoli. Con un ciclo completo di sculture di vari scultori del XVII e XVIII secolo. La Certosa di S. Martino offre un esempio di vera e propria raccolta d’arte che nello stesso periodo non esisteva a Roma. Uno sguardo alle tradizioni di rappresentanza locale amplia la prospettiva del libro.
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