Descrizione
Appena aperto nel 1827, Jean-François Champollion pubblicò le prime armi del museo egizio da lui appena creato. Dal Neolitico all’età romana, i bracci della collezione del Louvre qui presentati formano un insieme di quasi quattrocento numeri che sono stati studiati dal punto di vista del materiale, della tecnica di fabbricazione e dell’uso che ne è stato fatto. All’occorrenza si ricorreva alle rappresentazioni e al simbolismo che vi si poteva associare. Le dimensioni della collezione, la diversità delle armi che conta e il periodo storico coperto mostrano le risorse a disposizione degli antichi egizi per armarsi, fin dall’epoca in cui erano nomadi cacciatori-raccoglitori o soggetti sedentari, contadini-allevatori, di una degli stati antichi più accentrati che era: selce e pietre dure, osso, avorio, legno, canna, poi bronzo. Le armi erano anonime o personalizzate, contrassegnate con il nome del proprietario o con un messaggio all’avversario (archi, punte di freccia metalliche, pugnali, arpe, proiettili da fionda…); accompagnarono il loro padrone al sepolcro. Utilizzate nelle battaglie, presentate durante i tributi dei vinti ai vincitori, doni diplomatici delle corti reali: le armi sono al centro del commercio. Costituiscono per l’archeologia preziose testimonianze dei contatti tra gli stati, le nazioni, le tribù ei gruppi etnici che li hanno prodotti; spiegano i movimenti di queste popolazioni, ci informano sui conflitti tanto quanto sui progressi tecnologici o sulla loro diffusione dai centri di produzione.
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.