Descrizione
Giorgio Vasari (1511-1574) pubblicò le Vite degli artisti in prima edizione nel 1550; una seconda edizione rivista e quasi raddoppiata nella mole apparve poi nel 1568. La sua definizione di una «rinascita» dell’arte dopo il Medioevo e la sua descrizione del percorso verso la perfezione prevedevano nella prima edizione un percorso da Cimabue fino a Michelangelo. Nella seconda edizione l’esito si fa più sfaccettato e lascia aperte le strade a nuovi sviluppi dell’arte. La presente edizione, diretta da Enrico Mattioda, è prevista in cinque volumi e si avvarrà di vari collaboratori per il commento.
TOMO I
La presente edizione delle Vite ripropone al pubblico l’edizione «Giuntina» del 1568, secondo un testo rivisto e accompagnata da un nuovo commento. L’edizione dell’opera completa è prevista in cinque volumi: questo primo volume riporta il testo di quelle che Vasari definiva le «Teoriche», cioè l’introduzione alle tre arti del disegno, e le biografie degli artisti (da Cimabue a Lorenzo di Bicci) della prima delle età in cui volle distinguere il percorso di rinascita delle arti. La sua sistemazione delle biografie secondo un percorso di miglioramento verso la perfezione costituì una novità essenziale nel pensiero del Rinascimento, che prima di lui aveva sempre distinto le biografie dalla scrittura di storia. Vasari, al contrario, giunge a fondere insieme vari generi (storia, biografia, ecfrasi, novella, iscrizioni, ritratti, ecc.), che richiedono stili diversi: grazie a questo eclettismo, fondato sul principio stilistico della varietà, poté superare i limiti delle discussioni linguistiche del suo tempo e formare un proprio stile originale. Il nuovo commento vuole fornire un aiuto alla comprensione del testo, offrire un agile e aggiornato strumento per l’individuazione delle opere d’arte citate, invitare a comprendere le idee artistiche di Vasari e la sua abilità di scrittore.
TOMO II
La presente edizione delle Vite ripropone al pubblico il testo della «Giuntina» del 1568 accompagnandolo con un nuovo commento. Quest’ultimo volume riproduce le vite della terza età da Francesco Salviati fino alla descrizione delle opere di Giorgio Vasari stesso, una sorta di autobiografia non definitiva, come per tutti gli altri artisti viventi compresi nell’ultima parte delle Vite. Oltre ai due artisti toscani citati, il volume comprende le biografie di Daniele da Volterra e Taddeo Zuccari, la smisurata biografia di Michelangelo Buonarroti, la descrizione delle opere di artisti ancora viventi come Francesco Primaticcio, Tiziano Vecellio, Iacopo Sansovino, Leone Leoni, Giulio Clovio. A questi Vasari fa seguire le notizie di altri artisti italiani e degli artisti fiamminghi dei quali ha potuto avere informazioni da varie fonti. Segue la presentazione degli allievi dell’Accademia del disegno di Firenze, l’altra grande istituzione per la prosecuzione dell’arte che Vasari ha lasciato all’umanità insieme a queste Vite. I commenti alle Vite di quest’ultimo volume sono dovuti a: Vincenzo Caputo, Julia Castiglione, Alessio Cotugno, Donatella Fratini, Rosanna Morace, Émilie Passignat, Giovanna Rizzarelli, Pasquale Sabbatino e Sara Stifano. Gli indici degli artisti e dei personaggi storici sono dovuti a Chiara Portesine.
TOMO III
La presente edizione delle Vite, prevista in cinque volumi, ripropone al pubblico il testo della «Giuntina» del 1568 accompagnandolo con un nuovo commento. Questo terzo volume riproduce le vite che aprono la terza età, nella quale Vasari vede realizzarsi la perfezione dell’arte, dopo la rinascita iniziata a fine Duecento. Qui, dopo il fondamentale Proemio, che espone le novità dell’arte del Cinquecento ma anche la concezione della storia di Vasari, si susseguono le vite degli artisti da Leonardo da Vinci a Perin del Vaga. All’interno di questo percorso, Vasari inserisce le presentazioni di figure di artisti che da allora saranno delle icone dell’arte rinascimentale (Giorgione, Correggio, Parmigianino, ecc.), affronta e controbatte le critiche al suo giudizio limitativo su Raffaello, celebra il suo maestro Andrea del Sarto (perfetto nella tecnica ma limitato nel carattere), sostiene una teoria dell’architettura basata non sulle proporzioni matematiche ma sull’effetto visivo. Ma nel percorso delle Vite c’è anche spazio per la polemica contro altre scuole di pittura, in particolare quelle bolognese e ferrarese. Vi sono poi delle vite nelle quali raggruppa un intero giudizio storico sull’arte di una città (come nel caso degli artisti veronesi) o su di un’arte particolare (come nel caso degli intagliatori di pietre dure); o ancora si può trovare nella Vita di Marcantonio bolognese la prima storia delle incisioni, alla cui base stanno le grandi collezioni di stampe dello stesso Vasari e del suo amico Vincenzio Borghini. La prima edizione delle Vite, del 1550, si era conclusa con la celebrazione di Michelangelo, artista solitario e inimitabile. Appena sotto di lui, Vasari aveva là celebrato gli allievi di Raffaello (Giulio Romano e Perin del Vaga), dai quali aveva appreso a coordinare gli aiuti nel lavoro di pittura in équipe. Nell’edizione del 1568 Giulio Romano e Perin del Vaga vengono posti alla fine del secondo volume, ma inframmezzati dalla figura di Sebastiano del Piombo, l’artista che aveva collaborato con Michelangelo in funzione antiraffaellesca. Il giudizio, insomma, si fa più sfumato e lascia aperta la porta alla valutazione di un gran numero di artisti successivi e di quelli ancora viventi al suo tempo. Il nuovo commento vuole fornire un aiuto alla comprensione del testo, offrire un agile e aggiornato strumento per l’individuazione delle opere d’arte citate, invitare a comprendere le idee artistiche di Vasari e la sua abilità di scrittore.
TOMO IV
La presente edizione delle Vite, prevista in cinque volumi, ripropone al pubblico il testo della «Giuntina» del 1568 accompagnandolo con un nuovo commento. Il quarto volume riproduce le vite della terza età da Domenico Beccafumi a Giovanni Angelo Montorsoli. Tra questi due artisti Vasari inserisce le vite di alcuni protagonisti dell’arte fiorentina che ha potuto conoscere di persona, da Pontormo a Baccio Bandinelli, esalta l’amico e collaboratore Cristofano Gherardi e non manca di spunti polemici con vite di artisti “negativi” come il Sodoma o, ancora, Baccio Bandinelli. Ma oltre a questi motivi, Vasari può inserire nella vita di Benvenuto Garofalo e Girolamo da Carpi le nuove notizie che ha raccolto sui pittori lombardi, oppure esaltare alcuni architetti come il veneziano Sanmicheli e il fiorentino Bastiano “Aristotile” da Sangallo, e ancora fare i conti con l’ultimo collaboratore di Raffaello, Giovanni da Udine. Chiude la serie la figura del monaco Montorsoli, che sarà figura centrale per la celebrazione della tradizione artistica fiorentina attraverso la fondazione della cappella degli artisti nel chiostro della Santissima Annunziata di Firenze e la ricostituzione di una “Compagnia del disegno” che influirà sulla decisione ducale di istituire la prima Accademia del disegno. I commenti alle Vite di questo quarto volume sono dovuti a: Vincenzo Caputo, Alessio Cotugno, Donatella Fratini, Enrico Mattioda, Émilie Passignat, Giovanna Rizzarelli, Giulia Tellini.
TOMO V
La presente edizione delle Vite ripropone al pubblico il testo della «Giuntina» del 1568 accompagnandolo con un nuovo commento. Quest’ultimo volume riproduce le vite della terza età da Francesco Salviati fino alla descrizione delle opere di Giorgio Vasari stesso, una sorta di autobiografia non definitiva, come per tutti gli altri artisti viventi compresi nell’ultima parte delle Vite. Oltre ai due artisti toscani citati, il volume comprende le biografie di Daniele da Volterra e Taddeo Zuccari, la smisurata biografia di Michelangelo Buonarroti, la descrizione delle opere di artisti ancora viventi come Francesco Primaticcio, Tiziano Vecellio, Iacopo Sansovino, Leone Leoni, Giulio Clovio. A questi Vasari fa seguire le notizie di altri artisti italiani e degli artisti fiamminghi dei quali ha potuto avere informazioni da varie fonti. Segue la presentazione degli allievi dell’Accademia del disegno di Firenze, l’altra grande istituzione per la prosecuzione dell’arte che Vasari ha lasciato all’umanità insieme a queste Vite. I commenti alle Vite di quest’ultimo volume sono dovuti a: Vincenzo Caputo, Julia Castiglione, Alessio Cotugno, Donatella Fratini, Rosanna Morace, Émilie Passignat, Giovanna Rizzarelli, Pasquale Sabbatino e Sara Stifano. Gli indici degli artisti e dei personaggi storici sono dovuti a Chiara Portesine.
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