Descrizione
Con un confronto straordinario tra pittura e scultura, mai tentato prima, vengono ricostruite in questo volume le vicende dell’arte italiana dall’Unità allo scoppio della Grande Guerra, spiegando come l’arte sia stata non solo un formidabile strumento per creare il consenso, ma anche il mezzo più popolare, “democratico” per far conoscere agli italiani i percorsi di una storia antica e recente dominata da slanci comuni, ma anche da tante divisioni; per fargli scoprire le meraviglie naturalistiche del “bel paese”; per celebrare i fasti della vita moderna; per denunciare le ingiustizie della società.
Artisti come Hayez, Vela, Domenico e Gerolamo Induno, Fattori, Signorini, De Nittis, Boldini, Corcos, Gemito, Previati, Morbelli, Pellizza da Volpedo, Segantini, Balla, Boccioni, e tanti altri qui riconsiderati, hanno esplorato generi e linguaggi diversi, cercando di rappresentare attraverso la pittura di storia, la cronaca della vita moderna, l’arte di denuncia sociale, il ritratto e il paesaggio una realtà e una società in profonda trasformazione.
Vengono riscoperte le opere diventate iconiche, che furono quelle presentate, premiate, acquistate dallo Stato e dagli enti pubblici – ma anche oggetto di dibattito e scandalo – alle grandi Esposizioni Nazionali, da quella di Firenze nel 1861 a quelle che tra Roma, Torino e Firenze (le tre città che erano state capitali) hanno celebrato nel 1911 i primi cinquant’anni dall’Unità.
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