Descrizione
Molto meno noti al pubblico occidentale delle stampe, i paraventi (byôbu) sono stati oggetti inseparabili della cultura e dell’arte di vivere giapponesi per oltre un millennio. Assemblato con cornici di legno ricoperte di carta, lo schermo offre, attraverso un gioco di pieghe e discontinuità, un mezzo creativo unico per gli artisti: le rappresentazioni sono lì nascoste e rivelate allo spettatore. Dal periodo Nara (VIII secolo) al periodo contemporaneo, questa singolarità ha aperto la strada a una riflessione pittorica unica sulla disposizione di forme, colori e materiali. Originariamente destinato alle pratiche cerimoniali nel palazzo imperiale e nei templi buddisti, il paravento acquisì molto presto l’uso domestico, sia come tramezzo mobile che come supporto decorativo molto pregiato.
I più grandi pittori, tra cui Sôtatsu, Kôrin, Rosetsu e Hokusai, ma anche molti anonimi non meno talentuosi hanno consegnato splendide realizzazioni. Se le meraviglie della natura nel corso delle stagioni sono uno dei motivi preferiti, l’evocazione di episodi letterari come Il racconto di Genji o storici – la guerra tra i clan Taira e Minamoto – consentono una messa in scena tanto sofisticata quanto raffinata. Spiccano in particolare i generi originali specifici per gli schermi giapponesi, come gli schermi “Chi sono queste maniche?”, gli schermi “decorati con ventagli gettati nel fiume”, “schermi con carta incollata” …
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