Descrizione
Questa raccolta di saggi nasce da un Convegno, il primo di una progettata serie di quattro, dedicata ad architetti e scultori che hanno operato nelle fabbriche albertiane. Se infatti, come la storiografia ha dimostrato in questi ultimi anni, l’ornamentum è parte integrante della speculazione progettuale di Leon Battista Alberti, la messa a fuoco degli artisti che si sono trovati ad operare al suo fianco o sotto le sue direttive può aprire nuove prospettive di lettura su questo aspetto fondamentale delle opere realizzate.
Per il primo di questi personaggi, il fiorentino Agostino di Duccio, è ancora oggetto di discussione quanto della decorazione interna del Tempio Malatestiano a Rimini sia stato realizzato su idee albertiane. È indubbio, tuttavia, che questo monumento straordinario sia il risultato dell’incontro tra la cultura dell’architetto e l’apparato ornamentale dello scultore.
La necessità di riflettere complessivamente sulla figura e sull’opera di Agostino di Duccio è dimostrata dal fatto che, dopo l’incontro di studio organizzato dal Centro Leon Battista Alberti nel 2008, e in parte anche per i dibattiti sorti in quell’occasione, altri studiosi si siano con entusiasmo uniti a questa ricerca e abbiano deciso di presentare contributi nuovi e determinanti sull’argomento. Se il convegno si prefiggeva di indagare soprattutto la presenza e l’attività al Nord d’Italia del giovane scultore, transfuga da Firenze per un fattaccio di cronaca, i saggi contenuti nel volume analizzano tutta la carriera dell’artista, toccando anche le tappe, almeno le più significative, della sua attività centroitaliana e specificamente umbra. Anzi, alcune delle novità maggiori vengono proprio da questo contesto.
Il Centro Alberti avrà raggiunto lo scopo se i documenti inediti, le riletture critiche di opere famose, la riconsiderazione di alcune di queste, riusciranno a rinvigorire gli studi.
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