Descrizione
La rilevanza dello studio della scultura della prima età angioina nella Terra di Bari è proporzionale al carente stato degli studi al riguardo, ultimamente rimpinzati di interventi destinati alla enucleazione di immagini mariane angioine e alla individuazione di tangenze artistiche filo dinastiche, ma che trova il caposaldo storiografico nelle ricerche pioneristiche del tema di Pina Belli D’Elia e di Maria Stella Calò Mariani. L’attenzione allo specifico territorio di Bari e del suo circondario, inoltre, è supportata dalle plurime testimonianze, in certi casi conservatesi in frammenti, del patrimonio scultoreo del periodo iniziale del XIV secolo.Il focus del libro riflette sulla decorazione dei portali pugliesi e di altre opere parimenti importanti, collocabili cronologicamente dal tramonto del Duecento alla prima metà Trecento, in cui è possibile individuare diverse linee di percorrenza dello stile e varie scelte iconografiche riconducibili a due fenomeni di committenza simultanei, l’uno affiancabile al gusto dei re angioini e l’altro svincolato da esso, predisposto ad accogliere sia la predilezione al conservatorismo dei retaggi formali e figurativi del passato svevo, sia le novità decorative apportate dai coevi cantieri abruzzesi. Gli episodi che vengono esaminati, le opere, le fabbriche a cui esse appartenevano, i nomi dei committenti e degli scultori noti, si allineano a favore di una pianificazione d’indagine che agevola l’individuazione di un panorama identitario della geografia politica e culturale della Terra di Bari del primo Trecento.
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