Descrizione
Questo libro esplora la scultura dispersa in tutto il Nord Italia nel secondo quarto del Quattrocento dai maestri delle sponde del Lago di Lugano e identifica Andrea da Giona come l’elusivo autore della scultura per eccellenza di Venezia all’incrocio tra arte gotica e rinascimentale, la Pala Mascoli a San Marco.Nel corso di un secolo e mezzo più di quaranta sculture tardo gotiche sono state riconosciute come accomunate da un vocabolario di figure e tipi facciali, drappeggi, ali e capelli. Nonostante tutte le opere risalgano al secondo quarto del XV secolo, erano ampiamente distribuite in tutto il Nord Italia – da Udine a est a Venezia, Ferrara, Vicenza, Verona, Milano, Genova e Savona a ovest. Pagamenti per la maggiore di queste opere, la Tomba milanese di Giovanni Borromeo, nome come i suoi autori Filippo Solari e Andrea, entrambi di Carona o della sua satellite Giona, paesi del Ticino vicini al Lago di Lugano che diedero vita a diverse famose dinastie di scalpellini. Come Filippo e Andrea e i loro numerosi assistenti, detti generalmente maestri caronesi, erano collegati e quali tipi di organizzazioni hanno consentito un’attività così diffusa in un arco di tempo così ristretto sono domande poste qui per la prima volta. Sulla base di un’attenta analisi di opere comparabili, inoltre, risulta possibile – non solo identificare il capo tra questi maestri caronesi in Andrea da Giona (m. 1449) – ma seguire la sua carriera a Castiglione Olona, Milano e Venezia dove fu preminente durante il passaggio dalla scultura tardogotica a quella rinascimentale.
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