Descrizione
Nella rivalutazione in atto, opportuna e meritata, della pittura del Seicento fiorentino è giunto il tempo del catalogo ragionato dell’opera di Simone Pignoni, uno degli interpreti più significativi del clima “morbido” che qualifica, nell’espressione migliore, la scuola locale.
Artista molto apprezzato quando era ancora in vita, Pignoni fu gratificato anche dalla stima dei colleghi; tra gli ammiratori entusiasti della sua opera si contano pittori celebri e diversi per stile: i fiorentini Giovanni Camillo Sagrestani e Tommaso Redi, il napoletano Luca Giordano e il marchigiano, ma romano d’adozione, Carlo Maratta.
La lunga e gloriosa attività di Pignoni si svolse per committenti privati e per le chiese di Firenze e di altri piccoli centri della Toscana. Le sue opere più significative sono, senza dubbio, quelle destinate al collezionismo privato, destinatario di cento tra le sue opere pervenute, dedicate a favole mitologiche, a episodi biblici, a figure sacre e profane, ideali per ornare le dimore della nobiltà, nei cui interni si andavano costituendo in quegli anni preziose collezioni artistiche, oggi scremate dal passaggio dei viaggiatori del Grand Tour che mostrarono di apprezzare particolarmente l’opera di Pignoni.
L’artista si trova oggi esposto nei principali musei del mondo; tra questi, si ricordano gli Uffizi e la Galleria Palatina di Firenze, il museo Puskin di Mosca e l’Ermitage di San Pietroburgo, la Walker Art Gallery di Liverpool.
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