Descrizione
TOMO 1
Piemonte,Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Abruzzo
Proviamo a tornare indietro nel tempo, al fatale 1866. Quell’ anno si completava una fase legislativa cominciata sedici anni prima nel Regno di Sardegna con le leggi Siccardi, veniva infatti emanata la legge post-unitaria che soppresse le Corporazioni religiose. Nel 1867 il governo Rattazzi diede avvio alla liquidazione dell’ asse ecclesiastico, la parte cattolica si affrettò a definire “eversive” entrambe le leggi. Da un giorno all’ altro, con un semplice tratto di penna, un ordine clericale e feudale sedimentato stratificato e rimasto immutato nei secoli, collassava e si scioglieva rovinosamente.
Passavano alla proprietà e all’ uso dello Stato gli edifici di Congregazioni, di monasteri, di conventi subito trasformati in tribunali e in scuole, in ospedali e in ospizi, in galere e in caserme. Una quantità incommensurabile di oggetti d’ arte mobili affluiva in massa sul mercato facendo la fortuna di miriadi di antiquari fra i quali primeggiava il mercante internazionale Stefano Bardini. Ciò che non finiva disperso o distrutto, (ed era la parte di gran lunga più grande) alimentò per decenni sia il collezionismo privato che quello pubblico; l’ uno e l’ altro, nelle miserrime condizioni economiche dell’ Italia di allora, a destinazione quasi esclusivamente straniera.
Colossali devastazioni, perdite immense ha provocato la demanializzazione del patrimonio ecclesiastico. Evento forse necessario nella fase di passaggio del nostro Paese dall’ Antico Regime alla Modernità e tuttavia brutale, doloroso, destinato a lasciare nella coscienza civile degli italiani ferite rimaste a lungo aperte.
Nel vasto naufragio si salvarono dall’ uso improprio gli edifici di culto insieme a limitate porzioni dei complessi monumentali più legate o più contigue al culto. Si salvarono perché protette dalla devozione popolare, dalla letteratura, dalla fama degli artisti che vi erano rappresentati, dal loro essere, in maniera più o meno significativa, documenti della storia e della identità nazionali.
I luoghi sacri conservati al culto pubblico rimasero alla proprietà e quindi alla gestione dello Stato mentre l’ autorità religiosa ne assumeva la regolare officiatura. Al F.E.C. (Fondo Edifici di Culto), sono oggi affidate oltre 750 chiese, meno dell’ uno per cento del totale (calcolato in circa centomila unità) degli antichi edifici destinati alla pratica religiosa cattolica; dalla “Martorana” di Palermo a Santa Maria della Misericordia di Taggia, affascinante pinacoteca di pittura ligure-piemontese-fiamminga; da Santa Maria Novella di Firenze a San Bernardino di Aquila, che il terremoto del 2009 ha fatto sentire a tutti noi dolorosamente vicino; dal San Domenico di Napoli, dove dormono i re angioini e aragonesi e Tommaso scrisse la sua “Summa Teologia, al Santuario di Fontanellato a Parma, prodigio di eleganza barocca e rococò.
Chi abita da cittadino o attraversa da turista l’ Italia storica è difficile che conosca lo status giuridico delle tante chiese dislocate sul territorio nazionale. Del resto che la croce dipinta da Giotto in Santa Maria Novella a Firenze, che i Caravaggio conservati nella Cappella Cerasi di Santa Maria del Popolo a Roma, appartengano allo Stato o all’ ente parrocchia o all’ ordinario diocesano o alla congregazione religiosa che custodisce quel luogo, apparirà al visitatore irrilevante. Altro è ciò che interessa. Interessano la buona fruibilità di quei capolavori, la loro corretta conservazione e manutenzione, la aggiornata ed efficace presentazione didattica e scientifica. E’ consolante accorgerci che questi sono gli obiettivi guida della attuale dirigenza F.E.C..
La storia ha costruito l’ Italia dissestando distruggendo e poi riassemblando come per un immane rivolgimento tellurico, i suoi strati profondi. Lo strato identitario unificante degli antichi edifici di culto distribuiti su tutto il territorio nazionale dal Piemonte alla Sicilia, è oggi affidato, per una sua piccola ma prestigiosissima porzione, al Fondo Edifici di Culto.
Chi come me ha servito per tanti anni nella amministrazione italiana dei beni culturali e che ora dall’ osservatorio privilegiato dei Musei Vaticani è in grado di apprezzare, con attenzione e sensibilità speciali, l’ iridescente mirabile mantello di chiese che copre l’ Italia, non può che esprimere vivo compiacimento per tale iniziativa editoriale introdotta dalle mie righe.
Una rete di perfetta affidabilità affidata agli architetti e agli storici dell’ arte delle Soprintendenze garantisce la qualità dei testi. L’ ERMA di BRETSCHNEIDER ci assicura del livello del risultato editoriale, improntato ad eleganza e a rigore come da sua mai disattesa tradizione
TOMO 2
Chiese di RomaDopo la pubblicazione del primo tomo, che raccoglie il patrimonio architettonico e artistico del Fondo Edifici di Culto di 129 luoghi di culto presenti in Piemonte, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria e Abruzzo, L’ ERMA in collaborazione con il Ministero dell’ Interno prosegue l’ opera con il secondo tomo che conterrà il patrimonio artistico-culturale di Roma. Gli edifici di culto raccolti in questo secondo tomo sono 71.
Tra i più importanti edifici a Roma ricordiamo Sant’ Andrea al Quirinale, Sant’ Andrea della Valle, Santa Croce in Gerusalemme, la Basilica di SS. Giovanni e Paolo al Celio, Santa Maria del Popolo, Santa Maria in Aracoeli al Campidoglio, senza però tralasciare tutti gli altri edifici di culto con i loro relativi patrimoni artistici presenti sul territorio romano.
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Il Corpus Del Fondo Edifici Di Culto è una prestigiosa enciclopedia costituita da 4 volumi, di assoluto valore scientifico in cui saranno illustrati, attraverso delle schede e per mezzo di foto a colori di alta qualità, tutti gli edifici di culto facenti parte del patrimonio del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’ Interno e tutto il patrimonio artistico-culturale in essi contenuti; il patrimonio del F.E.C., è costituito da oltre 730 edifici di culto di grandissimo pregio storico, architettonico, artistico e culturale, dislocati su tutto il territorio nazionale aperti al pubblico e concessi in uso gratuito all’Autorità Ecclesiastica ma gestiti dal Fondo Edifici di Culto, amministrato dalla Direzione Centrale per l’ amministrazione del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’ Interno. L’ importanza dell’ opera sarà messa in risalto dalla elegante veste editoriale dei 4 lussuosi volumi imperdibili per gli studiosi del settore ed i collezionisti … (dalla presentazione di Antonio Paolucci).
TOMO 3
Il Centro Sud
Il Corpus Del Fondo Edifici Di Culto è una prestigiosa enciclopedia costituita da 4 volumi, di assoluto valore scientifico in cui saranno illustrati, attraverso delle schede e per mezzo di foto a colori di alta qualità, tutti gli edifici di culto facenti parte del patrimonio del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’ Interno e tutto il patrimonio artistico-culturale in essi contenuti; il patrimonio del F.E.C., è costituito da oltre 730 edifici di culto di grandissimo pregio storico, architettonico, artistico e culturale, dislocati su tutto il territorio nazionale aperti al pubblico e concessi in uso gratuito all’Autorità Ecclesiastica ma gestiti dal Fondo Edifici di Culto, amministrato dalla Direzione Centrale per l’ amministrazione del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’ Interno. L’ importanza dell’ opera sarà messa in risalto dalla elegante veste editoriale dei 4 lussuosi volumi imperdibili per gli studiosi del settore ed i collezionisti.
Dall’ introduzione di Claudio Strinati al tomo centro-sud
Questo volume ha un’ importanza rilevante sia in sé sia nell’ ambito del progetto generale del Fondo Edifici di Culto sulle chiese di proprietà sparse in tutta l’ Italia.
Ecco una ennesima occasione prestigiosa per ribadire nel modo più semplice quel principio sempre ricordato da ogni amministratore e ogni studioso della materia ma non sempre chiarissimo alla conoscenza di ognuno di noi: l’ immensità e la pregnanza del patrimonio artistico della Nazione.
Siamo tutti convinti di come tale patrimonio sia un esempio preclaro di quel concetto del “bene comune” che tanto giovamento ha arrecato e arreca ai progressi del vivere civile, della giurisprudenza, della gestione economico-finanziaria e della vita quotidiana. Ma quando andiamo a verificare la concreta proprietà di tale patrimonio pubblico restiamo sempre incerti sulle competenze specifiche e sulle responsabilità.
A chi appartengono le chiese? Mi è capitato spesso di rispondere a un tale quesito, sovente posto da persone di cultura e di esperienza, e ho ripetutamente notato lo stupore di chi viene correttamente informato.
È ancora vigente, infatti, nella mente di molti il luogo comune per cui le chiese apparterrebbero sostanzialmente al Vaticano, cioè alla Chiesa, e per i più esperti perlomeno dovrebbero essere proprietà dei Vicariati, che nessuno sa bene cosa siano ma se ne sente molto parlare o delle Diocesi. Non è così, ancorché non manchino certamente le proprietà facenti capo alle diverse Diocesi, ma la confusione in questo campo regna sovrana e ancora oggi molti stentano a credere che la maggior parte delle chiese monumentali di questo Paese o sono proprietà dello Stato o sono comunque sottoposte alla tutela imprescindibile delle amministrazioni pubbliche.
Sembra incredibile ma per molti nostri concittadini le guerre di indipendenza, le vicende della individuazione della capitale dell’ Italia unita, la Breccia di Porta Pia, il concetto stesso di Demanio, sono cose sconosciute e incomprensibili.
Cosa sia veramente successo quando l’ Italia è stata unificata, quando la dinastia Savoia ha assunto il potere regale sul nostro Paese, come è stata organizzata la tutela del patrimonio artistico nazionale, sono fatti altamente ignorati ancora oggi. Ora in questo volume la verifica della consistenza e della rilevanza del patrimonio artistico di proprietà del F.E.C. assume un significato ancora maggiore. Anche in ambito culturale, infatti, esiste una sorta di questione meridionale che fa sempre pensare a differenze abissali e incolmabili tra Nord e Sud. Ebbene studiando il volume ci si accorge che la consistenza patrimoniale del F.E.C. nel meridione d’ Italia è formidabile e esaltante e si conferma allora un punto che è bene mettere in luce quando si parla del patrimonio artistico e architettonico del F.E.C.. E tale punto è l’ eccellenza di tale patrimonio nell’ ambito di un gigantesco patrimonio nazionale in cui le leggi vigenti e la cultura più radicata non consentono scelte qualitative, estendendosi sempre più, e giustamente, il criterio della tutela sul bene culturale in sé a prescindere dalla rilevanza, persino dalla bellezza (dato inevitabilmente ad alto tasso di soggettività), dall’ influsso generato nel corso della storia.
Si nota, allora, come le chiese di proprietà del F.E.C. costituiscano sovente degli apici assoluti, delle elette emergenze nella moltitudine del nostro patrimonio artistico, costituendo tutte insieme e in tutti i luoghi d’ Italia una sorta di tesoro incomparabile e prezioso nell’ ambito di un insieme che di fatto rappresenta un aspetto fondamentale della ricchezza del nostro Paese.Il presente volume, in tal senso, è molto istruttivo
PRESTO USCIRA’ IL 4 TOMO LA SICILIA
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