Descrizione
L’iter artistico e umano di Vincenzo Cabianca (Verona 1827 – Roma 1902), veneto per nascita, toscano per credo artistico – ma innamorato del sole della Liguria – riemerge da secolare oblio, grazie al ventennale lavoro di ricerca e di studio di cui si dà conto in questo libro, primo esaustivo lavoro monografico su quello che Adriano Cecioni definisce “il più dichiarato, il più violento, il più assoluto macchiaiuolo”.
Lo stigma della “macchia” rimarrà impresso su Cabianca anche dopo il trasferimento a Roma nel 1870, quando, senza rinunciare a essere “il cantore delle luci improvvise e dei misteri delle ombre” si mostrerà sensibile al clima latamente simbolista della Capitale, incontrando l’apprezzamento di Gabriele D’Annunzio, Angelo Conti, Diego Angeli.
Raccontata come un romanzo – sebbene sia interamente basata su documenti, lettere, dipinti e taccuini per lo più inediti –, la vita di questo pittore errante, nato cittadino austriaco, ma devoto al sogno di una Italia libera e unita, si circostanzia di vicende storico-artistiche, di avvenimenti biografici, di incontri, di viaggi, di contenuti poetici e di sentimenti; tutto questo restituisce finalmente a “Cencio” Cabianca il ruolo di protagonista della scena artistica europea del secondo Ottocento.
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.