Descrizione
Per la prima volta si offre una sistemazione critica dell’architettura dell’Isola tra il periodo finale dell’appartenenza politica alla Corona di Spagna e quello del Regno sardo-piemontese. Dalla ristrutturazione delle chiese in clima tardobarocco e dall’operosità degli anonimi picapedrers, alla costruzione di palazzi secondo le regole del Classicismo purista e alla progettazione urbanistica di Gaetano Cima, si passano in rassegna sia i monumenti rurali, che ancora caratterizzano il paesaggio isolano, sia le emergenze edilizie che hanno determinato il volto “moderno” delle città in Sardegna.
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