Descrizione
Il senso depravato della bellezza nella scultura nazista. Negli edifici di rappresentanza, la NSDAP, il «Partito nazionalsocialista tedesco dei lavoratori» volle ostentare con imponente grandiosità la scultura accanto all’architettura. Le opere dei principali scultori del Terzo Reich (da Arno Breker a Georg Kolbe e a Josef Thorak, tra i tanti) conferivano una realtà fisica all’immaginario ideologico razzista della NSDAP, esempi della superiorità dei «tipi ariani». I primato della «bellezza» doveva far apparire lo Stato nazionalsocialista come tutore del «bello» e aprire la via alla selezione e al declassamento di coloro che non apparivano adeguati ai canoni di bellezza, individui classificati di «razza impura» o non sufficientemente «belli». Per Wolbert l’attrazione dei corpi nudi documenta quanto gli scultori nazionalsocialisti fossero implicati nell’immane annientamento perpetrato dal Terzo Reich. Edito in collaborazione con VAF Foundation.
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